Convento Santa Lucia

Via Convento, 109 - San Gavino Monreale
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Sul Convento di Santa Lucia esistono numerosi scritti ma la sua storia è stata ricostruita solo parzialmente. Le prime notizie certe riguardanti il Convento risalirebbero al 1580 quando il vescovo spagnolo francescano mons. De Villa Vicencio venne nominato vescovo della diocesi di Ales-Terralba. Seguono altre testimonianze sempre del periodo Francescano, mentre risulta più difficile documentare la presenza in loco di monaci Basiliani e Benedettini. Questi ultimi avrebbero abbandonato il Convento probabilmente dopo che gli Aragonesi conquistarono l’isola. Sono stati gli interventi di restauro e i vari ritrovamenti a permettere che gli studiosi avviassero una ricerca storica più approfondita del Convento. Nel rinnovare le pareti dell’antirefettorio per esempio, il ritrovamento di tracce di una antica cupola, con i peducci ancora intatti, ha fatto dedurre che un tempo l’attuale refettorio fosse la cappella dei religiosi che vi abitavano.

La parte attigua al refettorio presenta un numero di archi costruito in arenaria di Collinas, lo stesso tipo di pietra che ritroviamo nel complesso nuragico di Villanovaforru. Questo ha fatto pensare che il materiale provenga da quella zona, per mancanza del medesimo in loco. Gli archi infatti sono differenti dagli altri presenti nel chiostro, per stile, materiale e datazione. Questo confermerebbe che la parte più antica del chiostro sia quella attigua al refettorio. La facciata della chiesetta (che corrisponde invece all’attuale refettorio) era rivolta verso occidente e l’altare verso oriente, secondo le norme dell’antica liturgia dei monaci basiliani, la cui presenza è attestata nella zona anche nei secoli X e XI d.C., ai quali risalirebbe l’impianto originario del Convento. Ad avvallare questa ipotesi anche la rosa di santi venerati tra i Bizantini: San Raffaele Arcangelo, San Gabriele, San Michele e la stessa Santa Lucia. Un’altra usanza bizantina era il rito dell’aghiasma, che prevede l’immersione da parte del credente in una fonte sacra per ottenere la guarigione. Il pozzo, rinvenuto nel chiostro di S. Lucia durante il restauro, si potrebbe considerare proprio una testimonianza del rito dell’aghiasma. L’area attuale della Chiesa doveva essere invece un’area cimiteriale a cui era annessa l’edicola dedicata a Santa Lucia. Questo è solo l’inizio di una storia ancora da scrivere ma la presenza dei tre ordini monastici, Basiliani, Benedettini e Francescani, ha sicuramente lasciato un’eredità importante nella costruzione dell’identità del paese di San Gavino Monreale. Basti pensare che il Convento fu anche sede di importanti attività religiose e culturali e ospitò perfino l’Università di Teologia e Lettere con annessa biblioteca.

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