
La Pavoncella
Come ogni popolo che affonda il proprio presente nelle origini e mantiene vive le proprie tradizioni anche nella cultura sarda è possibile trovare una ricca collezione di simboli che hanno influenzato e continuano tuttora a farlo, le forme d’arte di cui quel popolo ama circondarsi come l’artigianato tessile, l’oreficeria, la ceramica, la pittura, l’intaglio, e perfino la lavorazione di pani e dolci tipici.
In tal senso uno dei simboli più rappresentativi dell’espressione artistica isolana, è la Pavoncella che vanta una rosa di interpretazioni originali pur mantenendo le caratteristiche di figura stilizzata, essenziale e raffinata nelle linee e nei colori, la cui versatilità si presta alla decorazione di oggetti completamente diversi tra loro, per funzione e materiale. Al simbolo della Pavoncella, che in Sardegna sarebbe legato al Cristianesimo, e precisamente alla presenza bizantina nel VI secolo d.C., vengono attribuiti diversi significati riconducibili alla tradizione agropastorale dell’isola, al culto della fertilità e a temi più profondi e spirituali come la rinascita e l’immortalità dell’anima.
L’arte sarda, come dicevamo, si lascia ancora ispirare da questa figura che con la sua duttilità ha reso la Sardegna e il suo artigianato riconoscibile in tutto il mondo.
Non è quindi una semplice coincidenza che l’artista Giorgio Casu, ancora una volta supportato dal lavoro mirabile dell’Associazione Skizzo, abbia scelto di dedicare un murale proprio alla Pavoncella, quasi in segno di devozione e rispetto per questo simbolo della tradizione, capace ancora oggi di raccontare pagine emozionanti del nostro passato. La Pavoncella è il quinto murale, tra quelli sangavinesi, realizzato da “Jorghe” nel 2018, su una superficie di quasi 300 mq. L’opera, fedele allo stile inconfondibile di Giorgio Casu sia nei colori che nella composizione, abbandona la classica stilizzazione della Pavoncella per inondarla di luce, di contrasti cromatici, di poesia e vestirla di minuziosi particolari che la rendono unica e quasi ammaliante. Il simbolo della nostra terra, spesso accostato per somiglianza iconografica all’araba fenice, il mitologico uccello che rinasce dalle proprie ceneri, diventa così il simbolo dell’ambita rinascita del paese, proprio come il viale che la ospita, che affida al murale un messaggio di speranza e fiducia.
Rispetto ai murales precedenti, in cui lo sfondo scuro faceva risaltare il contrasto dei colori forti e accesi, in questo caso la costruzione cromatica prevede colori pastello e anche la costruzione geometrica che si sviluppa diagonalmente ai lati presenta pochi inserti scuri. Il tutto per far spiccare la Pavoncella i cui colori sono leggermente più saturati rispetto allo sfondo e l’uso del nero risulta misurato. L’arte di Giorgio Casu riesce a rielaborare la tradizione senza mai violarla, e anzi, arricchendola di sfumature contemporanee, è capace di renderla veicolo di nuovi significati. Un’arte dove echi lontani e ritmi nuovi si mescolano rispondendo al richiamo del linguaggio universale. La Pavoncella, con influenze messicane, rintracciabili nell’impiego della gradazione dei colori e nel dicromatismo, e con influenze giapponesi, rintracciabili invece nello stile delle decorazioni, ci conduce, sulle sue ali variopinte, in un viaggio magico, dalla partenza ancestrale fino alla destinazione futuribile.