San Gavino Martire

Via San Gavino - San Gavino Monreale
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La chiesa di San Gavino Martire

 

Uno dei tesori più preziosi del paese è sicuramente la Chiesa di San Gavino Martire, eretta da maestranze pisane nel XIV secolo per volere del Giudice d’Arborea Mariano IV. Per gli aspetti che vedremo, ancora oggetto di studio, sembra proprio essere dedicata alla famiglia dei Giudici d’Arborea.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1347 come testimonia un’iscrizione presente nella Chiesa, incisa su un coccio situato all’interno dell’abside. Inoltre l’anno 1347 coincide con l’anno dell’incoronazione di Mariano IV.

I lavori si protrassero per circa quarant’anni in un’epoca travagliata da guerre e pestilenze.

La consacrazione del vescovo di Terralba avvenne nel 1387; come si legge nell’epigrafe in lingua sarda arborense, dipinta in rosso,che doveva far parte del ciclo di affreschi che decoravano il presbiterio.

La piccola Chiesa, che si trova ai margini dell’abitato dell’attuale cittadina; è giunta a noi significativamente modificata rispetto alle strutture gotiche originarie. L’arco trionfale che introduce all’abside presenta una cornice molto elegante e una fascia con due serie di ornati: la prima mostra delle grandi foglie e la seconda fiori con sei petali. L’abside, in pietra calcarea e vulcanica, conserva le linee gotiche della struttura a pianta quadrata, con la volta a crociera e una monofora gotica.

Ed è proprio l’abside che conserva una tra le più importanti testimonianze dell’epoca giudicale, suggerendo che la Chiesa fosse il mausoleo dei Giudici. Infatti nei peducci che sorreggono i quattro costoloni della volta vi sono scolpite altrettante effigi antropomorfe che rappresenterebbero, secondo gli studi condotti nel 1984 dal professor Francesco Cesare Casula, gli ultimi Giudici della casata arborense: Mariano IV, Ugone III con la figlia Benedetta, Eleonora d’Arborea e suo marito Brancaleone Doria. Anche all’esterno, sulla lesena dell’abside, un’altra effigie rappresenterebbe Eleonora con i due figli Federico e Mariano.

La facciata della Chiesa di S. Gavino Martire è di forma quadrangolare e la parte superiore presenta una cornice con merlature di stile gotico-catalano. Sul lato sinistro un piccolo campanile a vela custodisce una campana nel cui bordo superiore è incisa un’iscrizione che ne attesta la collocazione nel 1434. Una seconda iscrizione, in caratteri gotici minuscoli nella parte centrale, recita più volte la Salutatio Angelica Ave Maria.

L’impianto originario venne stravolto una prima volta nel 1433 quando gli Aragonesi, vincitori del conflitto con gli Arborea, la rimaneggiarono in stile gotico-aragonese con l’intento di cancellare ogni traccia del glorioso passato. Alla fine del ‘500 il centro abitato si spostò attorno alla nuova Chiesa di Santa Chiara tanto che nel 1580 la Chiesa di San Gavino, ormai periferica, perse il titolo di parrocchia in favore della prima. Iniziò così un lungo periodo di decadenza che la vide relegata al ruolo di semplice cappella nell’area cimiteriale circostante. A fine ‘600 lo sviluppo urbano riduce la distanza della Chiesa dal paese che viene così nuovamente affidata ad un curato. Dopo la recinzione del cimitero avvenuta ai primi del ‘700, la Chiesa subì nel 1720 un ulteriore stravolgimento con la costruzione di una pesante volta a botte per mezzo dell’innalzamento di grossi muri di sostegno che occultarono le originarie luci laterali. Negli anni ’50 del ‘900, smantellata l’area cimiteriale, divenne cappella dell’Istituto Vescovile che le venne affiancato, sede della Casa madre della Congregazione femminile “Cenacolo Cuore Addolorato e Immacolato di Maria”, che ancora oggi la custodisce.

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